Ripensando al glamour della moda futurista

Eccoci, torniamo a parlare di moda. Stavolta di moda futurista.

L’idea mi è venuta dopo aver finalmente visto due settimane fa a Pordenone l’agognata mostra Mario Sironi. Dal Futurismo al Classicismo 1913-1924, rimandata più volte per emergenze più importanti.

Ho approfittato del venerdì sera con visita guidata inclusa nel prezzo del biglietto e mi sono gustata le opere dell’artista che avevo studiato all’università e alla galleria d’arte per la quale ho lavorato anni fa.

Amo Sironi, soprattutto l’atmosfera drammatica dei suoi desolanti Paesaggi urbani. Mi emoziona il suo uso fortemente materico del colore.

Questa mostra prende in esame il periodo specifico che va dalla forte ispirazione dell’opera dell’amico futurista Umberto Boccioni fino alla ‘moderna classicità’ del movimento Novecento Italiano.

Vi consiglio di non perderla, avete tempo fino al 9 dicembre per vedere, tra le 200 opere, alcuni tra i suoi più celebri capolavori. Qui le info necessarie.

Si evince facilmente che Sironi ha una sua cifra stilistica, allo stesso tempo però sperimenta, a modo suo, le avanguardie che lo circondano. In particolare, come dicevo, l’energia e l’innovazione proprie del Futurismo italiano, che lo coinvolgerà molto nella sua produzione artistica.

Ma veniamo a noi, lo sapevate che è esistita una vera e propria moda futurista, con tanto di invenzioni che mai avreste immaginato?

La moda futurista è anticonformista e rivoluzionaria

In tutti i campi in cui si è espresso, il Futurismo ha sempre diffuso un particolare modello di pensiero caratterizzato sia da una precisa impronta ideologica che da una forma estetica dirompente. L’entusiasmo per la modernità esaltato attraverso i nuovi miti della macchina, della velocità e della tecnologia ha coinvolto anche la moda. Per gli artisti futuristi l’abbigliamento è il connubio perfetto tra arte, vita e propaganda.

Una delle più famose creazioni è la tuta, inventata nel 1920 dallo scultore e stilista futurista Ernesto Thayath. Sì, la nostra tuta, un vestito tutto d’un pezzo, fuori dalla consuetudine, da infilare per intero, con abbottonatura davanti e cintura:

L’abbigliamento rientra nel progetto di ‘ricostruzione futurista dell’universo’ e proprio per questo, così come per il movimento artistico con Marinetti nel 1909 a Parigi, nel 1914 a Milano viene pubblicato il Manifesto futurista Il vestito antineutrale, firmato dall’artista Giacomo Balla.

La moda futurista stravolge il costume del ‘900

L’abito, per la prima volta nella storia, viene considerato l’espressione di un nuovo stile di vita, contro la vecchia moda borghese. Diventa un segno ideologico dell’innovazione e una direzione verso il futuro. Come l’arte, anche il vestito deve provocare emozioni e immaginazione. Deve stimolare la libera creatività, ma in modo concreto, perché deve essere molto pratico e adatto a tutte le attività.

La tuta nasce per il lavoro industriale: si tratta di una tipologia di vestiario semplice, unisex, realizzata con pochi metri di stoffa e tagli rettilinei.

Pensate, anche lo scollo a V nasce in ambiente futurista. Il taglio è manifestazione di novità e rottura col passato e la sua asimmetria diagonale rende la forma del capo estremamente dinamica:  

E ancora, è la moda futurista che introduce il colore nell’abbigliamento maschile. Oggi siamo abituati a comunicare attraverso il nostro modo di vestire: sappiamo che un certo colore esprime un determinato concetto o un determinato stato d’animo, ci identifichiamo a seconda di stili e gusti differenti. Ma sono stati i futuristi per primi a trasformare l’abito in comunicazione del sé agli altri. Fortunato Depero inventa Il gilet ad assemblage realizzato in diverse versioni, con composizioni geometriche e colori a contrasto:

Ci credete? Perfino l’uso dell’accessorio, così come lo intendiamo oggi, è di derivazione futurista. Applicare in modo creativo un cappello, una cintura o una borsa per cambiare e rinnovare costantemente la struttura dell’abito è una precisa forma estetica futurista:

Oggi molte case di alta moda e molti designer emergenti si ispirano alle forme proprie dei futuristi nel tentativo di esprimere un nuovo concetto di modernità.

Il Futurismo nell’universo della moda è stato un fulmine che velocemente ha illuminato il mondo dell’abbigliamento, incentivandone, in termini radicalmente nuovi, la incessante creatività.

Capito? Questa trasformazione e la ricerca di un abbigliamento antiborghese come espressione artistica accessibile alla massa, sono stati i primi passi verso la democratizzazione della moda e quindi verso l’avvento del nostro prêt-à-porter.

Allora buon futurismo a tutti!

(D. B.)

 

 

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