Dignità e glamour: la protesta dello spettacolo

La protesta dello spettacolo è di nuovo in scena.

I bauli fanno il bis e tornano in piazza. Dopo Piazza del Duomo a Milano, è ora la volta di Piazza del Popolo a Roma.

Rinnovo un articolo scritto a ottobre dell’anno scorso, in favore di un argomento che ci sta molto a cuore. Ahinoi, le problematiche dei lavoratori dello spettacolo e degli eventi sono ancora inascoltate.

Ieri pomeriggio, sabato 17 aprile, i rappresentanti del mondo dei concerti, dei congressi, dei teatri e degli organizzatori di eventi sono tornati a chiedere al Governo immediate e concrete iniziative di sostegno.

Dopo oltre 400 giorni di stop, si è resa necessaria un’altra protesta da parte di chi lavora davanti e dietro lo spettacolo. Come la prima volta, il 10 ottobre scorso, i lavoratori che vivono intorno al palcoscenico hanno riportato in piazza i bauli, l’oggetto simbolo del lavoro tecnico dietro le quinte.

Se in Piazza del Duomo a Milano (dove invece proprio ieri si sono assembrati senza mascherina centinaia di no-vax) i bauli schierati e distanziati erano 500, in Piazza del Popolo a Roma erano oltre 1000.

Governo, ora ci vedi?

Il flash mob del movimento Bauli in piazza, nato nell’ambito della campagna internazionale We make events, organizzato nel rispetto delle regole precauzionali anticovid, si è svolto con l’inconfondibile stile e modalità di ottobre.

bauli-roma-proteesta-dello-spettacolo

Le richieste specifiche, sia a livello di fondi che di adeguate tutele, sono le stesse. L’esigenza ai tavoli interministeriali è quella di sostegni economici per una una ripartenza, che dev’essere anche una riforma (qui i dettagli).

Tra i tecnici, gli autori, i musicisti, i facchini e gli assistenti di produzione, erano presenti anche molti artisti. Tra i più noti abbiamo visto Renato Zero, Manuel Agnelli, Diodato, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Fiorella Mannoia e Brunori Sas.

Avanti così e speriamo sia davvero la volta buona!

A una settimana di distanza, aggiungo in corsa l’evento nazionale dell’Associazione Insieme per il Wedding e di tutte le associazioni del settore matrimoni ed eventi privati e aziendali previsto per lunedì in Piazza di Montecitorio a Roma, ma anche in altre 11 piazze italiane:

Ancora una volta nel calendario delle riaperture dell’ultimo Decreto il comparto, che ha un impatto diretto sul Pil nazionale di 36 miliardi, non è nemmeno menzionato.

18 ottobre 2020

La protesta del mondo dello spettacolo non rinuncia al suo valore intrinseco: lo spettacolo, appunto.

Anche in una circostanza critica e triste, come quella di dover protestare pubblicamente per far valere i propri diritti, i lavoratori dello spettacolo e degli eventi hanno messo in scena una performance pazzesca e impattante.

Io sabato scorso non ero a Milano. Non c’ero fisicamente, inutile dire che c’ero col cuore. Ma chi se ne frega del cuore. Spettacolo è corpo, fatica ed espressione attraverso se stessi.

Protesta dello spettacolo Roma

Il minimo che possa fare è scrivere, partecipando così, a posteriori, ad una giornata di dignità e arte. Sabato 10 ottore in Piazza Duomo a Milano si è svolto un evento spettacolare a tutti gli effetti.

Dopo aver gioito per la riuscita – non senza compromessi, ma tant’è – delle Fashion Week e del Festival del Cinema di Venezia (dove pare non ci sia stato nessun focolaio), voglio tornare sullo stato attuale del mondo degli eventi musicali e non solo dal vivo. Se ne parla, certo, ma forse non si è capita bene ancora la portata dei disagi economici che l’emergenza coronavirus ha portato a questo comparto importante della nostra vita.

Protesta dello spettacolo: regole chiare per ripartire

Bauli in Piazza è stato un sit-in di artisti, maestranze e organizzatori di eventi per denunciare la crisi del settore causata dalla pandemia. I 500 bauli neri, ben distanziati, che normalmente contengono e trasportano le attrezzature di scena, sono diventati bare, simbolo del collasso dell’industria dello spettacolo e della cultura.

L’atmosfera della pacifica protesta è stata toccante e volutamente luttuosa. I manifestanti in abiti scuri, in rappresentanza dei 570 mila operatori fermi o comunque gravemente danneggiati, hanno scenograficamente alternato il silenzio agli applausi e al rumore delle mani che battevano sui loro flight case.

La mobilitazione, seguita poi da un appello degli assessori alla Cultura delle principali città italiane, ha chiesto al Governo nuove regole per rendere sostenibile, anche a livello economico, la ripartenza di eventi, spettacoli e fiere. L’esigenza è cioè quella di rivedere le norme in essere a favore di protocolli di sicurezza più chiari e uniformi a livello nazionale e più sensati a livello redditizio.

Di fatto il Dpcm di questa settimana (13 ottobre) ha mantenuto invariate le misure anti-covid per cinema e teatri (restano 1.000 le presenze al massimo per gli spettacoli all’aperto, 200 per quelli al chiuso). Diciamo allora che poteva andare peggio?

Mentre scrivo comunque incombe un nuovo Dpcm con ulteriori generali restrizioni visto l’andamento accellerato dei contagi. A questo punto la protesta dello spettacolo si aspetta davvero uno sforzo da parte del Governo. Un ulteriore sforzo intellettuale e logistico per trovare soluzioni sostenibili economicamente nel rispetto delle regole. 

Protesta dello spettacolo: più considerazione per la categoria

Io non lo so se il Governo possa fare meglio di così. Penso di sì. Dicevo, la moda e il cinema (se non altro i brand più importanti e le grosse produzioni), in un certo senso, si sono ripresi. Certi eventi invece sono completamente fermi da febbraio. Il comparto, ad esempio, della formazione continua residenziale fatica a ripartire, rispetto alle sfilate, perchè è stato a lungo completamente sospeso e si basa sulla programmazione.

Sono sicura però che le persone possano fare meglio di così. Basta con le ribellioni insulse e capricciose, basta con il tuttologismo spicciolo in nome di chissà quale coraggio. Basta con le proteste no-mask (branco di sfigati, la vera libertà è potersi permettere la mascherina!). Mettiamoci nei panni di chi è abituato a guardare in faccia quotidianamente il rischio d’impresa, il precariato: non è certo l’obbligo d’uso di una mascherina che lo lede nei suoi diritti. Senza contare che gli autonomi non hanno la malattia pagata, se si ammalano sono cavoli amari. Quindi perchè rischiare? Non vi pare che la scelta di vita di un artista, ma anche di un normale freelance, sia già un atto di coraggio in Italia?

(Chi non vuol sentir parlare di pericolo salute ha firmato un’autodichiarazione di rinuncia alle cure in caso di contagio?)

Io non infierirei oltre con menate complottiste da impiegato annoiato o frustrato. In questo momento tanti addetti ai lavori senza tutele, non solo, non stanno guadagnando, ma si sentono morire dentro perchè è stato tolto loro improvvisamente il mondo, il loro spazio espressivo. Per tutti noi il lavoro è riconoscimento. Per certe categorie le speciali competenze acquisite sono vita, dimensione professionale e insieme personale. Sono una forma mentis, la possibilità di essere se stessi, la propria estensione sociale e appartenenza al mondo.

protesta dello spettacolo

Silenzio in sala, inizia lo spettacolo

Veniamo ora alle cose che funzionano. In questi giorni, dal 15 al 25 ottobre, all’Auditorium Parco della Musica, va in scena la Festa del Cinema di Roma. Questa quindicesima edizione, ovviamente insolita, nel rispetto di tutti i protocolli anti-covid, non rinuncia alla sala e al pubblico.

I miei focus, come sempre di parte e personalissimi?

Presenti i film Stardust di Gabriel Range, il biopic su David Bowie (per il quale sono ancora in lutto) e Cosa sarà di Francesco Bruni, con Kim Rossi Stuart (del quale sono innamorata da sempre).

Festa del cinema di Roma

Interverranno poi Damiano e Fabio D’Innocenzo (gemellare colpo di fulmine due anni fa), i Manetti Bros, con alcune clip del Diabolik Luca Marinelli (attrazione diabolica) e Gabriele Mainetti (tanto amore e stima dopo il geniale Lo chiamavano Jeeg Robot).

Chiudo con una battuta dell’attesissimo lavoro di quest’ultimo, Freaks Out, abbracciando tutti gli attori, comparse, hostess, musicisti, addetti service audio-luci, scenografi, costumisti:

Noi senza circo semo solo ‘na banda de mostri!‘.

(D. B.)

 

39 Comments

  • Zelda 18 Ottobre 2020 at 15:50

    Ho seguito anch’io tramite alcune persone di Milano per la protesta dello spettacolo e devo dire che tutto sommato è andata bene. Penso che si dovrebbe continuare “la vita” sempre rispettando i distanziamenti. Annullare ogni cosa porta una perdita drastica per chi lavora con eventi, fiere ma soprattutto molti lavori sono stati lasciati morire in questo periodo. Spero che capiscano che basta essere veramente organizzati bene e qualsiasi manifestazione si può realizzare, ovviamente nei limiti.

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    • Ona 30 Aprile 2021 at 23:56

      Ormai dobbiamo imparare a vivere con questo virus….

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  • Cristina Petrini 19 Ottobre 2020 at 15:35

    Il bello è che esistono molti modi per tornare a fare spettacolo ed a goderne eppure abbiamo un governo di incompetenti che è incapace di gestire la cosa. Tutti i settori stanno fallendo e se non ci svegliamo presto ci sarà ben poco da salvare in questa povera Italia… Protesta che ho condiviso con il cuore!

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  • Letygoeson 19 Ottobre 2020 at 15:44

    Uno dei settori più colpiti, quello dello spettacolo, a livello non solo italiano ma mondiale!
    Parlo non da addetta ai lavori ma da semplice appassionata di spettacolo. Questo evento l’ho seguito in differita anche io, organizzato molto bene, portatore di un messaggio potente.

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  • Alice 19 Ottobre 2020 at 18:45

    Ormai dobbiamo imparare a convivere con il virus. La perdita di lavoro non ha colpito solo i rappresentanti dello spettacolo e questo è quello che mi spaventa. Ho finito un tirocinio un giorno prima che venisse annunciato il lockdown ma è comunque da febbraio che non riesco a trovare lavoro, nonostante abbia 21 anni e tanta voglia di fare.

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  • Katrin Poe Mg 20 Ottobre 2020 at 15:22

    Già un articolo che dovrebe far riflettere, quello dello spettacolo un settore duramente colpito, dai cinema, agli attori, a tutto il comparto tecnico invisibili ma indispensabili, va bene tutto ma stanno davvero calpestando ogni diritto, e senza nemmeno dare un aiuto concreto a chi sta affrontando questo periodo da solo, spero che tutto ciò finisca al più presto, nel frattempo chi può dia voce a chi non può farlo.

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  • amalia******* 22 Ottobre 2020 at 12:52

    Purrtroppo è un brutto momento e a pagarne le consegnenze sono tanti e il teatro, cinema ma anche altri luoghi di aggregazione lo sono di piu’. Dobbiamo sperare che tutto finisca al piu’ presto e che noi riprendiamo in mano la nostra libertà senza paura

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  • Silvia 23 Ottobre 2020 at 9:54

    Direi che tra le varie manifestazioni viste nell’ultimo periodo, forse questa è una di quelle con maggior senso. Temo proprio che uno dei primi settori che subirà ulteriori strette, qualora ci fossero (e temo proprio ci saranno), è proprio quello dello spettacolo. Speriamo si riesca a uscire il prima possibile da questo incubo…

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  • Monica 23 Ottobre 2020 at 12:24

    Il mondo dello spettacolo è in ginocchio, ma non solo, nella mia città i locali sono in grossa difficoltà

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  • Lucia 23 Ottobre 2020 at 15:13

    Purtroppo il compito ha messo in ginocchio l’intera Italia e sotto tutti i settori anche quello del cinema anche se se ne parla poco
    Credo che tutto sia collegato da piccoli anelli ogni settore non vive senza l’altro per cui Bisognerebbe trovare il modo di poter godere anche di questo ma sempre con assoluta sicurezza
    Comunque concordo con te che va vissuto di persona perché le emozioni sono più forti e reali

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  • M.Claudia 23 Ottobre 2020 at 21:23

    Esistono pure le piccole realtà. Ho un amico che monta impianti audio nelle piccole fiere di paese, feste private (matrimoni, lauree ecc..) e nelle discoteche. É fermo da mesi lui e i suoi collaboratori (Dj, tecnici audio e luci). Quello che in pochi calcolano che oltre a queste persone perdono anche quelli che gravitano intorno a questo mondo: dal chioschetto che fa i panini vicino al locale, o evento alle ditte di chatering, alle ditte di pulizie, i fornitori (bevande, cibo ecc..) i buttafuori ecc… Tutte persone ferme da mesi e non tutti hanno una “forza” tale da far sentire la propria voce.

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  • Nicoletta 23 Ottobre 2020 at 22:49

    Apprezzo sempre chi si mette in gioco e scende in piazza per protestare contro ciò che non considera giusto. Complimenti per la mobilitazione e per la riuscita dello “spettacolo”.

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  • Maria Domenica Depalo 23 Ottobre 2020 at 23:59

    Il settore dello spettacolo è tra quelli che più ha subito e subisce gli effetti della pandemia. Per questo comprendo la protesta e non posso che sperare per il meglio per chi lavora in questo ambito.
    Maria Domenica

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  • Manuela 24 Ottobre 2020 at 10:03

    Purtroppo siamo in un momento delicato e particolare capisco la protesta ma tutte le categorie lavorative ora sono a rischio…

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  • Veronica 24 Ottobre 2020 at 18:06

    Gli artisti in generale sono stati i lavoratori più colpiti, senza aiuti e che continuano a non sapere quando riusciranno a fare nuovamente il proprio lavoro senza temere il futuro o un collasso vero e proprio. Hai fatto bene a scriverne e divulgare il problema

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  • Valentina 24 Ottobre 2020 at 18:56

    Ho visto la protesta a Milano, realizzata in modo intelligente e creativo. Purtroppo tutti i lavoratori autonomi hanno problemi in questo periodo, e lo spettacolo è stato uno dei primi a soffrirne con il turismo. Poi ovvio che certi grandi nomi dello spettacolo ne possano risentire di meno dei coristi o musicisti vari. Purtroppo credo che, come le proteste dei ristoratori, anche questa cada nel vuoto, perché come dice un noto personaggio, chi è al governo non ha mai lavorato in certi settori, né si è mai occupato di bilanci, Non si rendono conto dei problemi del paese, vivono nel loro mondo. Che non è la realtà.

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  • Antonella Loconte 24 Ottobre 2020 at 19:45

    Vedere in tv le immagini della protesta degli addetti allo spettacolo a Milano è stato davvero brutto. Un grido di sofferenza in cui versano gli artisti e operatori dello spettacolo e ciò che mi fa più paura è che nei prossimi mesi non andrà per niente meglio per questo settore e per altri… Speriamo bene!

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  • Francesca Millennials 25 Ottobre 2020 at 0:06

    Purtroppo è un periodo difficile. Purtroppo la categoria che ha aiutato tutti gli italiani durante il lockdown a mantenere l’umore alto, facendo compagnia tramite tv, film, spettacoli e concerti, in diretta o in streaming, sembra ormai caduta nel dimenticatoio….speriamo non sia così!

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  • fra 25 Ottobre 2020 at 10:59

    difficile trovare un connubio, un punto d’incontro

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  • Martina 26 Ottobre 2020 at 13:24

    Già, anche il mondo dello spettacolo soffre, mai smettiamo di combattere!

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  • Sara 26 Ottobre 2020 at 13:51

    É un momento difficile soprattutto per i poveri, disoccupati e i precari. Il governo dovrebbe sostenere di più le persone come fanno molti altri paesi, dando un contributo a tutti i cittadini. Speriamo che la situazioni migliori e che si possa ritornare a vivere la normalità. Ottimo articolo complimenti.

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  • Demetra Wiccan 26 Ottobre 2020 at 17:40

    In questi giorni la protesta si é allargata a molti altri settori ed é normale che sia così. Le persone stanno superando la soglia dell’esasperazione.

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  • lucia 27 Ottobre 2020 at 11:25

    è un momento davvero difficile per tutti, soffre ogni settore e ogni settore è importante per far funzionare tutto il sistema alla perfezione. Speriamo ci possa essere qualche cambiamento positivo al più presto

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  • Annalisa Artoftraveling 28 Ottobre 2020 at 9:41

    Sicuramente il mondo dello spettacolo ha risentito più di altri di questa crisi, a mio avviso sono da rivedere le regole in essere, che permettano, a chi segue le direttive, di lavorare.

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  • Mayad 30 Ottobre 2020 at 22:26

    Il mondo degli artisti è tra quelli più penalizzati dalla pandemia. La protesta ed il malcontento sono assolutamente comprensibili e più che legittimi considerato anche che il numero di contagiati dello spettacolo è il più basso, se non erro.
    Mayad

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  • Marco Speranza 2 Novembre 2020 at 10:00

    Purtroppo per i lavoratori dello spettacolo, è stato un anno nero e in vista di un nuovo lockdown sembra che la cosa non migliorerà nei prossimi mesi mi auguro che il governo si faccia carico e prende impegni seri su questa categoria lavorativa

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  • Elena Resta 12 Febbraio 2021 at 20:33

    Se penso che lo spettacolo e l’arte, se ben gestite, potrebbero essere una realtà di aiuto alla crisi economica (siamo nella società dell’entertainment) e vedo con quale faciloneria si lascia invece languire settori interi mi sale molta amarezza

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  • Sabrina 19 Aprile 2021 at 13:14

    Seguo Bauli in piazza e faccio parte del mondo degli eventi. È la più bella manifestazione che sia mai stata fatta.. dentro c’è tutto quello che rappresentiamo quando si parla di “eventi”. Siamo tutti pronti a ripartire in sicurezza e con le dovute garanzie. Speriamo succeda il prima possibile

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    • glamouradmin 19 Aprile 2021 at 18:19

      Mamma mia Sabrina … non vedo l’ora!
      Se penso poi che ci sono invece lavoratori senza ripercussioni né sul loro lavoro, né sul loro conto in banca, che non riescono proprio ad immedesimarsi nella nostra situazione e anzi, ti dicono: ‘Basta, rivoglio la mia libertà, ho bisogno di andare al bar! Libertà, libertà, ci tengono in gabbia!’, capisci che il concetto di libertà è davvero soggettivo.

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  • Nicoletta - Viaggiatori per Caso 21 Aprile 2021 at 17:27

    Non faccio parte, professionalmente parlando, del mondo dello spettacolo, ma condivido le richieste che sono state fatte al punto che, se non fossi stata al lavoro (e per fortuna che c’è) avrei manifestato anche io!!

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  • Facciocomemipare 23 Aprile 2021 at 0:02

    Ci sono determinate categorie che sono state proprio strozzate dalla crisi e senza aiuti. Che tristezza.

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  • Marco Speranza 23 Aprile 2021 at 21:22

    Si tra le categorie che hanno avuto gravi ripercussioni vi è quella dello spettacolo, ahimè io non me la prenderei col governo ma con le norme assurde che hanno fatto chiudendo cinema teatrie luoghi di intrattenimento

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    • glamouradmin 23 Aprile 2021 at 23:37

      Luoghi di intrattenimento, sì, e di formazione. Come mi trovo spesso a ricordare, il problema non sono solo le chiusure dei cinema e dei teatri (dove comunque anche lì ci sono lavoratori, oltre che spettatori), ma anche l’interruzione degli eventi fisici. Questi ultimi non sono solo di carattere ludico, il cosiddetto intrattenimento (dove comunque è solo lo spettatore che si diverte, il lavoratore lavora), ma anche di carattere professionale, ad esempio i congressi medici, coi quali lavoro anche io. Oppure le fiere di settore, dove, ancora una volta, c’è qualche visitatore che forse si diverte a frequentarle, ma, in generale, soprattutto per chi ci lavora, è lavoro.
      D’accordo che queste siano sempre state situazioni, ahimè, di assembramento, ma, con i dovuti accorgimenti, sono fattibili anche ora tanto quanto, non so, il lavoro dipendente in fabbrica o in ufficio.
      Se gli accorgimenti invece non sono applicabili, allora ci vuole un sostegno economico tanto quanto la cassa integrazione.

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  • Il ViaggiaCore 24 Aprile 2021 at 12:16

    Purtroppo è un momento storico unico nel suo genere e trovare una soluzione non è semplice. Sicuramente è uno dei comparti che soffre di più insieme a quello del turismo. Speriamo solo di uscire quanto prima da questa brutta situazione 🙁

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  • Angela.N 24 Aprile 2021 at 17:18

    A distanza di un anno la situazione é pressoché invariata. Ho nel cassetto 2 biglietto per due concerti che sono stati ulteriormente riprogrammati al 2022, sembra un incubo.

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  • Mayad 24 Aprile 2021 at 21:10

    Ho amici che lavorano in ambito teatrale e vederli in una situazione assurda come questa è un dolore grandissimo. Fortunatamente hanno altri lavori che permettono a loro di andare avanti ma penso a chi è stretto in una morsa da cui uscire sembra difficile e mi si stringe il cuore.
    Mayad

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  • Sara 25 Aprile 2021 at 22:43

    Ho molte persone musicisti o che lavorano nel mondo dello spettacolo. È davvero una tragedia. E capisco la loro rabbia nel vedere assembramenti ovunque e poi loro non possono lavorare con regole sicure e certe per far lavorare tutti. E se non si lavora non si mangia purtroppo. È una situazione difficilissima, dobbiamo sperare di uscirne il prima possibile.

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  • Manuela 26 Aprile 2021 at 6:46

    Ho seguito la protesta dei bauli e l’approvo, ora basta bisogna fare ripartire l’Italia e tutta l’economia!

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